La società in house della Regione concessionaria del servizio di trasporto pubblico locale extraurbano, ha affidato la maggior parte degli incarichi legali degli ultimi anni a una cerchia ristretta di nove avvocati individuati mediante scelte puramente fiduciarie in spregio ai principi di imparzialità, trasparenza, anticorruzione e rotazione richiesti dal codice dei contratti pubblici.

E’ quanto ha stabilito Anac, dopo un’approfondita istruttoria, che si è tradotta in un Atto del Presidente, approvato dal consiglio il 18 maggio scorso, al termine di un procedimento di vigilanza sulla società laziale.

Per 637 incarichi legali sono stati liquidati circa 4,4 milioni di euro. Di questi, circa 3 milioni di euro sono stati liquidati a soli nove professionisti, che si sono visti affidare 483 dei 637 incarichi legali.

Gli importi erogati ai nove avvocati hanno determinato, secondo Anac, “ingiustificate rendite di posizione in favore di un ristretto numero di professionisti, a discapito dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità”. Da ciò è conseguito “il consolidamento di posizioni di vantaggio in capo ai legali più frequentemente affidatari”, in assenza di motivazioni idonee a giustificare la reiterazione degli incarichi agli stessi professionisti.